Mi sono detto che se si può cantare sotto la piaggia come faceva Gene Kelly, perché non si può ridere sotto la neve?

Sì,  Singin’ in the rain era un divertimento… un gioco. E diverimento e gioco è ridere nella neve e sentire i fiocchi che ti inumisicono il viso e i capelli mentre guardi attorno a te i luoghi soliti che si colorano di bianco. Ascolti il tuo cuore e senti il bambino in te che vuole salutare al neve.

Cosa fai allora? Vai a giocare e ti vien voglia di ridere. Non c’è un motivo particolare per le tue risate. Però ridi. Per un momento  il pensiero che la candida neve che al tuo paese ti diverte in altri luoghi causa disagio a tante persone ti disturba. Ma è un attimo solo, perché sai che la neve è un’amica anche quando è tanta. Amica dei bambini soprattutto.

La neve ha con sé una qualche magia che non ci spieghiamo. I fiocchi, piccoli o grandi che cadono sembrano uscire da un cielo tanto basso che lo puoi quasi toccare. Sembra tutto accadere nel silenzio, eppure senti la sua silenziosa musica che ti richiama alla tua infanzia. La neve ti racconta la tua storia di quando ti divertivi. Di quando ridevi.

L’ho vista e non ho resisitito al suo richiamo.

Da quando conosco, pratico e insegno lo Yoga della risata avverto che davvero una cosa è essere seri e altra cosa è essere tristi.

Nel momento della nevicata stavo proprio preparando una conferenza… molto seria. Disponevo le note e le slides per un corso di formazione in cui avrei poi parlato di come affrontare efficacemente i cambiamenti. La neve mi ha suggerito una risposta interessante. Mi ha portato nello stato d’animo più adatto a far fronte ad ogni cambiamento, ossia nello stato d’animo della felicità.

Sii felice e questo ti basta a guardare negli occhi ogni cambiamento e a volergli bene. Il resto poi sono solo dettagli.

E se riflettendo la tua mente ti dice di non avere dei buoni motivi per essere felice, allora consulta il tuo corpo. Porta a ridere il tuo corpo e vedrai che la mente lo seguirà. Io provo in continuazione e vedo che funziona.