Sì, dammi mille baci, e poi cento. Poi dammene altri mille!
Non smettere mai – pareva dire Catullo alla sua donna.

Una festa di baci sia il prossimo 8 marzo. Una celebrazione del Bacio.
Donna che bacia. E donna baciata nel dolcissimo trasporto dell’amore virile che nulla teme.

Baci amorosi, baci caldi e ridenti ad avvolgere donne e uomini nell’amplesso senza tempo dell’intimità gioiosa che celebra la Vita.
Viviamo, e amiamo: questo il poeta sussurrava alla sua Donna. Perché questo solo vale per noi. La Vita. L’Amore.
Di null’altro curiamoci. Né oggi. Né mai più.

Susciteremo forse invidia. Poco importa. Forse il mormorare di chi è vecchio nel cuore e si prodiga in buoni consigli dato che ormai non può più dare cattivo esempio. Ignoriamo ogni bassezza, noi che sentiamo pulsare forte in noi il grido divino della Vita!

Nulla conta per noi la perfidia sottile di chi non sa che il giorno può morire e poi risorgere,
ma quando muore il nostro breve giorno, una notte infinita dormiremo.

Ah, sì! Quanto è profondo il sentire del poeta che ama. Che ama allo spasimo la sua Donna. Che l’ama come solo può chi ama l’Amore.

14. Febbraio. Festa del Bacio. Quello che racconta emozioni più di ogni dire. Quello fatato dove incontri il divino.

Bacio. Il mio per primo ad avviare la giostra dell’intimità.

Poi i tuoi. Dammi mille baci, e quindi cento, poi dammene altri mille, e quindi cento,
quindi mille continui, e quindi cento.

Non smettere Donna. E io li ricambierò. Tutti. Nel vortice armonioso della giostra gaudente della Vita.
Viviamo. Amiamo. Nell’abbraccio di baci senza tempo… tanti… intensi… carichi della passione che rischiara ogni sonno. Nessuna economia. Come una travolgente cascata di gaudio incontenibile!

Sì, Donna. E quando poi saranno mille e mille,
nasconderemo il loro vero numero, perché qualcuno non abbia occhio invidioso
per un numero di baci così alto.

Il mio augurio.

Il mio bacio.

 

La poesia di Catullo:

Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo,
e ogni mormorio perfido dei vecchi
valga per noi la più vile moneta.
Il giorno può morire e poi risorgere,
ma quando muore il nostro breve giorno,
una notte infinita dormiremo.
Tu dammi mille baci, e quindi cento,
poi dammene altri mille, e quindi cento,
quindi mille continui, e quindi cento.
E quando poi saranno mille e mille,
nasconderemo il loro vero numero,
che non getti il malocchio l’invidioso
per un numero di baci così alto.

E se vuoi leggere qualcosa di bello sul bacio:

http://www.mauroturrini.it/compi-un-miracolo-con-un-bacio/